Da bambino, quando sfogliavo i primi libri di storia, mi chiedevo spesso perché mai le civiltà nascessero sempre in mezzo al deserto.
Proprio non capivo perché s'andassero a infognare in quei posti, piuttosto che rimanersene in zone più allegre.
La risposta è abbastanza semplice, ma sui libri non c'è: quando arrivarono gli uomini il deserto non c'era.
venerdì 21 novembre 2014
venerdì 14 novembre 2014
Due fantasie
Una brutta giornata.
La città è ancora dovunque, con i suoi occhi e le sue pretese.
Senza più mura, tutti sono il nemico. Il tempo, la storia, sono eventi lontani, di troppo differente portata. Sono concessi solo spettacolini da Venerdì.
A casa. Dietro la porta cerco di chiudere la memoria dell'alveare. Ho disegnato sulle finestre paesaggi di mondi vecchi e lontani.
In camera tu ritagli soldatini di carta.
Sei ancora arrabbiata?
Più soldatini.
Nell'armadio i vecchi vestiti e il ritratto della madre. Non serve spazio per il presente.
Dormo, col buio tu mi vieni vicino. Come vorrei rivederti al mattino.
Le stelle dipinte sul vetro non brillano.
La città è ancora dovunque, con i suoi occhi e le sue pretese.
Senza più mura, tutti sono il nemico. Il tempo, la storia, sono eventi lontani, di troppo differente portata. Sono concessi solo spettacolini da Venerdì.
A casa. Dietro la porta cerco di chiudere la memoria dell'alveare. Ho disegnato sulle finestre paesaggi di mondi vecchi e lontani.
In camera tu ritagli soldatini di carta.
Sei ancora arrabbiata?
Più soldatini.
Nell'armadio i vecchi vestiti e il ritratto della madre. Non serve spazio per il presente.
Dormo, col buio tu mi vieni vicino. Come vorrei rivederti al mattino.
Le stelle dipinte sul vetro non brillano.
Pubblicato da
Jurambalco
alle
14:08
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