venerdì 27 marzo 2015

Internet 3.0

Cos'è l'internet 3.0?

Da ragazzino c'era un gran parlare dell'internet 2.0, era una cosa bella. A parlare del web 2.0 erano le stesse persone che navigavano e scrivevano su internet. Era una cosa molto autoreferenziale, ma abbastanza precisa.
Oggi passo molto più tempo dietro al calcolatore ma non sento quasi mai parlare di internet 3.0, forse perché alle persone che oggi navigano non è che interessi più di tanto il web in se.

Sono andato a fare una ricerca e quando si parla di internet 3.0 si scoprono articoli fantasiosi, gente che parla di database unici mondiali, complotti giudaico-massonici, case intelligenti, macchine che pensano.
Di solito se ne dice male, oppure ne si nega l'esistenza.
Insomma, i pochi che parlano di web 3.0 in realtà fanno riferimento all'internet of things, che secondo me non sono proprio la stessa cosa.
Se si vuole parlare di internet 3.0, credo sarebbe saggio rimanere con i piedi per terra, senza scomodare Mazinga.

Se si riconosce pubblicamente che il web 1.0 era "l'internet dei contenuti, senza utenti" e che il web 2.0 si caratterizzava per "i contenuti creati dagli utenti", potrebbe essere una buona idea usare gli stessi parametri per definire il web 3.0, altrimenti si rischia di parlare d'altro.

Dunque, spendiamo due minuti per guardarci attorno, per osservare l'assordante cacofonia di effimere cazzate che oggi infetta tutto quanto sia elettronico. Segniamo su di un foglio tutti gli amici che scrivono articoli online, tutti i video di ricette che abbiamo visto, tutto lo spam su favij che non riusciamo ad evitare, tutti i tweet, i poke, i follow, i like, i limortaccitua e i mammeta che diamo e riceviamo.
Ritrovatemi ora e subito quella discussione tanto interessante che avete avuto sulla bacheca di Ettore Petrolini a Novembre, di cui vi serve un link.
Cosa vi ricordate di tutta questa roba? Cosa vi è rimasto?

Nella migliore delle ipotesi, una sgradevole sensazione di bocca impastata.
Dieci anni fa le cose erano un po' diverse.

A questo punto possiamo provare ad azzardare una definizione calzante del web 3.0:
"l'internet degli utenti, senza contenuti".

E non si tratta del futuro, ci siamo dentro.



Ultimamente sto sviluppando una sorta di dipendenza verso i pomodori secchi.

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